Cornamusa francese tipo musette, anonima. La diffusione maggiore di questo strumento si ha in Francia, nella seconda metà del Seicento, quando Charles-Emmanuel Borjon Scellery's (1672) scrive il suo Traité de la Musette e gli Hotteterre migliorano il bordone e aggiungono un secondo chenter (prima ve ne era solo uno). A differenza delle grosse cornamuse, questo è uno strumento piccolo ed elegante, utilizzato a corte e dai nobili non solo per la musica da camera, ma anche per composizioni di grande scala, come le opere, in cui è stato associato a pastori e contadini. La sua popolarità però tramontò rapidamente e, diversamente dalle altre cornamuse, il suo uso si estinse al principio del XIX secolo. Questo strumento, databile probabilmente alla prima metà del XVIII secolo, è costituito da un piccolo otre di pelle di capra rivestito da una copertura in broccato di seta e lino di pregevolissima fattura anche se attualmente molto degradata. Vi è un insufflatore di avorio di mm. 112 e, sempre di avorio, sono il chanter lungo mm. 319 ed il bordone di mm. 207 più un piccolo tappo al piede. Questi due elementi hanno canneggio cilindrico, montano ance doppie e sono collegati tra di loro alla testa tenuti insieme da una legatura con filo di seta: il chanter ha sette fori anteriori (l’ultimo doppio), uno posteriore e due fori di risonanza sulla campana.





































Scacciapensieri piccola collezione di 15 strumenti costruiti nel XIX e nel XX secolo in Italia, Austria, Inghilterra, India e Afganistan; il primo è inglese, a forma di ferro di cavallo ed è firmato J. R. SMITH (fratelli attivi ai primi del ‘900), il secondo, decorato su tutta la struttura, potrebbe essere italiano, il terzo è inglese con una forma inusuale a croce, il quarto è siciliano come il quinto, il sesto e il tredicesimo sono di provenienza afgana, il settimo è firmato J. R. SMITH / ENGLAND, l’ottavo è un vecchio scacciapensieri del Rajastan (India) detto "Morchang", il nono è inglese ed è marchiato ENGLAND su entrambe le forcelle, il decimo è probabilmente sardo, l’undicesimo è austriaco, il dodicesimo è inglese probabilmente del XVIII secolo rinvenuto durante uno scavo per cui ne è rimasta solo la struttura in bronzo mentre la linguetta in ferro è andata distrutta, il quattordicesimo è sardo mentre l’ultimo è austriaco e presenta la peculiarità di avere una linguetta doppia. Questo strumento, dalle origini antichissime e dalla diffusione in disparate regioni del mondo, ha avuto anche le sue musiche ed i suoi virtuosi. Albrechtsberger scrisse alcuni concerti per scacciapensieri, mandora ed archi; in Germania furono eseguiti, tra il 1821 ed il 1830, concerti da complessi di ben 16 scacciapensieri.





































Ocarine in terracotta del XX secolo. Questo flauto globulare fu inventato a Budrio (BO) nel 1863 da Giuseppe Donati che fu autore di una produzione notevole affiancandola a metodi di studio fino alla costituzione di un intero complesso di virtuosi. Cesare Vicinelli nei primi decenni del '900 raccolse l'eredità di Donati aprendo un'altra fabbrica a Budrio e, perfezionandone la tecnica, portò al massimo splendore questo semplice strumento. Le prime due provengono dalla manifattura De Fazio di Grottaglie e sono pezzi decorativi, in ceramica, della lunghezza di 197 e 145 mm. con 8 fori anteriori e 2 posteriori; la terza proviene dalla ex Germania Est, è in terracotta dipinta di rosso e presenta 2 fori sulla parte posteriore e 8 su quella anteriore, lunghezza 185; la quarta di 113 mm. probabilmente emiliana ha 8 fori anteriormente di cui l'ultimo doppio e 2 + 2 posteriormente; la quinta e la sesta sono due grosse ocarine (mm. 151 e 180) non professionali, in terracotta non smaltata, costruite da F. Annicchiarico; la settima, n terracotta dipinta di nero, lunga mm. 148, è di provenienza austriaca e presenta 8 fori anteriori e 2 posteriori; l’ottava e la nona furono costruite a Budrio, dalla manifattura Arrigo Mignani, sono in legno e presentano la solita disposizione dei fori per una lunghezza di mm. 129 e 160; la decima, infine, in legno dipinto di nero, in Re, di manifattura tedesca, è lunga mm. 178.





































Ocarina a due chiavi e pompa d’intonazione metallica, austriaca, in terracotta smaltata e dipinta, costruita nel primo decennio del Novecento da Heinrich Fiehn, costruttore morto nel 1941 e che dal 1879 costruiva strumenti di altissima qualità venduti principalmente negli USA. Lo strumento presenta un ovale nel quale vi è la dicitura H. Fiehn Made in Austria e due medaglie d’oro a testimonianza di premi presi durante esibizioni internazionali. Lo strumento è lungo mm. 149 e presenta 8 + 2 fori aperti e due chiavi.





































Ocarina italiana, costruita da Antonio Canella (1878-1940) a Ferrara nel primo decennio del XX secolo. Questi, come Donati, lavora a vari tipi di ocarine doppie e inventando la bi-ocarina (una sopra l'altra), con un pistone di metallo per modificare l’intonazione. Ha fatto fino a 100 ocarine al giorno e le ha esportate in tutto il modo facendo anche ocarine artistiche per commissioni speciali. Questa è in Do, è lunga mm. 262, e presenta due rinforzi metallici, uno alla punta e una ghiera all’altra estremità. È marchiata ANT CANELLA / FERRARA (Italia), colorata in nero con decorazioni vegetali intorno ai fori.





































Banda turca, sei figure presepiali di musicanti provenienti da un presepe napoletano della fine del XIX secolo. Le sculture, in legno policromo e tessuto, rappresentano sei musicanti turchi. Tutte le figure indossano un turbante, una camicia azzurra con polsini bianchi, un gilet rosso, pantaloni bianchi, calze azzurre e babbucce. I musicanti sono tre di carnagione nera e tre bianca e suonano un oboe, una bombarda, un tamburo un serpentone e un corno mentre l’ultimo è il mazziere.





































Fischietti di Grottaglie (TA) in terracotta costruiti da Francesco Santoro. Essi sono costituiti da una sottile foglia quadrangolare di creta i cui lati vengono sollevati e congiunti tra loro lasciando un piccolo foro quadrangolare centrale. Il suono viene prodotto poggiando le labbra su di un lato e indirizzando il fiato contro il margine affilato del lato opposto. Il primo ha una dimensione di mm. 53 x 69, il secondo mm. 65 x 75, il terzo mm. 54 x 50, il quarto mm. 55 x 32 e il quinto mm.45 x 36.





































Flauto globulare popolare pugliese a quatto fori anteriori e beccuccio d’insufflazione. Grottaglie seconda metà del XX secolo, opera del ceramista Francesco Intermite che ne curò anche il raffinato decoro con il galletto tradizionale. Strumento ovalare con diametro di mm. 118 x 81.





































Trombette in latta della prima metà del XX secolo, italiane, prodotte dalla ditta Marchesini. La Agostino Marchesini nacque nel 1908 e fu una delle ditte più vecchie produttrici di giocattoli, aveva sede a Bologna e marcava i propri giocattoli con la sigla AMB Bologna. Gli strumenti sono alti mm. 110 ed hanno una ancia metallica per la produzione del suono. Il primo ha una colorazione a quadri neri, bianchi e rossi, il secondo a quadri azzurri, rossi e neri su fondo rosso. Entrambi hanno un piccolo manico azzurro e l’imboccatura bianca





































Miniature di strumenti in tartaruga risalenti alla prima metà del XX secolo. Un mandolino ricoperto in tartaruga con quattro piroli e fregi su tutto in corpo in argento. Una chitarra a cassa tonda con fregi in osso e madreperla..





































Melodica soprano Hohner, costruita nel 1959 in metallo verde con tasti bianchi e neri. L’estensione è di due ottave ( da Do4 a Do6). La melodica è uno strumento musicale simile all'accordeon e all'armonica inventata da Hohner nel 1950: si tratta di un aerofono ad ance libere dotato di tastiera. La melodica, nota anche come il pianica, blow-organo o key-flauto, ha una tastiera di 25 note sulla parte superiore e si suona soffiando aria attraverso un boccaglio. Questo strumento è lungo mm. 338, largo 59 e possiede la sua custodia originale in cartone.





































Fischietti in terracotta, italiani del XX secolo. Il primo rappresenta una figura femminile, lungo 77 mm., presenta un'imboccatura e due buchi. La seconda è una piccola ocarina di forma rotonda con 4 fori nella parte superiore e due in quella inferiore. Il terzo è un fischietto a forma di ocarina con imboccatura laterale, 147 mm. 2 fori anteriori e 1 posteriore con volti femminili e medaglioni. 2 fischietti ad acqua che mimano il canto degli uccelli, forma di pesci, 100 mm. di lunghezza. 3 fischietti zoomorfi con foro d'imboccatura e 2 fori a forma di conchiglia (71 mm.), di civetta (88 mm.) e di rondine (112 mm.).






































Trombe di S. Pietro in terracotta non smaltata, Puglia, seconda metà del XX secolo. Questi strumenti, da cui si possono trarre solo poche note in armonica, sono strumenti devozionali (usati dai bambini durante la processione di S. Pietro a Grottaglie), in un pezzo unico compreso il bocchino. La prima stretta e lunga (454 mm.) con bocchino molto largo, la seconda più panciuta e corta (303 mm.) con bocchino più piccolo, la terza circolare, della lunghezza di mm.1202 e del diametro di mm. 229, la quarta è circolare, del diametro di mm. 292 e presenta un padiglione a forma di testa di gallo (tipico della città di Grottaglie), la quinta è circolare ed ha un diametro di mm. 261.




































Cupa-cupa pugliesi, costruiti alla fine del XX secolo a Lucugnano (LE). Questi sono tamburi a frizione costituiti da una cassa di risonanza sulla quale è stesa la pelle di capretto al centro della quale passa un’asta di canna. Il suono è prodotto dallo sfregamento della mano bagnata (protetta da una spugna o da un panno) lungo la canna la quale trasferisce le vibrazioni alla pelle tesa. Gli strumenti pugliesi in genere hanno una cassa costituita da un vaso in terracotta mentre gli strumenti della tradizione campana e lucana sono costruiti con dei cilindri di latta (generalmente grossi contenitori per alimenti) o di legno e con pelle più dura quale quella di capra o di asino. Questo strumento ha numerosi sinonimi: Caccavella, Spernacchiatore, Puti-Puti, Pignato, Cute-Cute, Cupello, Pan-Bomba (d'origine spagnola), Cupi Cupi. La coppia di strumenti è costituita da due vasi da mm. 203 e 185, con tre manici, decorati con figure di onde e righe e ornati da nastri tricolori. Lo strumento più piccolo presenta una struttura di supporto per la canna che parte dai manici e finisce in un anello ricoperto di stoffa rossa.




































Fischietti per richiamo d’uccelli costruiti nel XIX secolo in Francia e Nord Italia. I primi tre, per tortore, sono due in legno scuro ed uno in bosso, torniti in forma globulare con un foro anteriore ed un piede. Il primo ha il foro foderato in corno ed è lungo mm. 137, l’altro è lungo mm. 116 mentre il terzo. Gli altri tre sono richiami per piviere e cucù, sono in legno, con un solo foro in posizione anteriore, laterale o al piede e della lunghezza rispettivamente di 91, 62 e 62 mm..








































Richiami per uccelli in pelle di asino, italiani, databili ai primi decenni del XX secolo. Questi strumenti sono costituiti da sacche di pelle di asino rovesciata; cinque di loro presentano un pezzo di osso animale (tibia) e due di essi un tubicino di metallo a cui è stato praticato un foro che funge da labium. Il suono si emette premendo la sacca. Gli strumenti sono rispettivamente di mm. 210, 182, 155, 154, 146, 157 e 132.






































Richiami per uccelli, italiani, databili ai primi decenni del XX secolo Il primo è costituito da un cilindro di mm. 38 di diametro e 64 di altezza formato da una molla con rivestimento in pelle che, chiusa all’estremità da un tappo in legno, insuffla l’aria in un cilindretto metallico posto alla base e che produce il suono. Il secondo è simile al primo e di dimensioni 38 x 60. Il terzo è un richiamo per Cavalieri d’Italia ed cilindro di legno di mm. 133 con una ruota dentata ed una lamella all’apice. Il quarto è un richiamo in ottone e plastica verde di mm. 94. Il quinto è in ottone e plastica rosa ed è lungo mm. 109. Il sesto è piriforme, in ottone e si suona in aspirazione, mm. 62. Il settimo è simile al precedente ed è lungo mm. 69. L’ottavo è lungo mm. 79, è formato da un parallelepipedo di legno ed il suono viene prodotto dallo sfregamento di una vite metallica all’interno di esso. Il nono è un richiamo in metallo, con una lunga imboccatura ed un cilindretto di base, delle dimensioni complessive di mm. 51. Il decimo è un piccolo cilindro schiacciato in metallo di mm. 24 x 20. L’undicesimo è simile al precedente ma di dimensioni mm. 28 x 7. Il dodicesimo è simile al precedente, di dimensioni mm. 37 x 14. Il tredicesimo è un piccolissimo richiamo conico, in osso, alto mm. 27. Il quattordicesimo è un fischietto di legno dipinto di nero, alto mm. 86, con un’imboccatura sferica ed un corpo cilindrico. Il quindicesimo è un fischietto metallico, cilindrico di mm. 73. Il sedicesimo è un fischietto piriforme, di legno dipinto di nero alto mm. 55. il diciassettesimo è un richiamo di legno dipinto di nero, conico, alto mm. 104.. Il diciottesimo è un fischietto in osso animale, cilindrico, lungo mm. 62.






































Richiami per uccelli acquatici, in legno chiaro, piemontesi, databili alla metà del XX secolo. Il primo è di mm. 120 e presenta un piccolo foro d’imboccatura e una grossa apertura alla base. Il secondo, vagamente cilindrico, di mm. 105 ha un grosso foro d’imboccatura e di sfogo. Il terzo, di mm. 107, ha una forma vagamente a bottiglia con un piccolo foro in testa ed un labium sul collo ed è chiuso al piede. Il quarto ha una forma a croce di mm. 74 x 115, con l’imboccatura ed il labium sul lato corto, un foro sul lato destro ed un cilindretto interno. Il quinto è simile al precedente di dimensioni mm. 54 x 64 ma con due fori agli apici dei bracci laterali. Il sesto è un fischietto di mm. 103, aperto al piede, con una imboccatura superiore ed in labium sul corpo. Il settimo e l’ottavo sono simili al precedente ma i dimensioni di mm. 85 e mm. 72. l’ultimo è un piccolo fischietto, chiuso al piede, di mm. 68.






































Richiamo per rapaci (falconi), piemontese, costruito in maniera tradizionale con terracotta di fiume cotta in forno a legna e dipinta di nero. Questo richiamo, databile ai primi del Novecento, è un flauto globulare, piriforme, di mm. 67 di altezza, con quattro fori anteriori ed uno posteriore.











































Whistles a coulisse, coppia di eleganti fischietti inglesi della seconda metà del XIX secolo, il primo (57 mm.) in mogano con la coulisse in osso ed un collarino con catenella in ottone ed il secondo (65 mm.) in avorio con la coulisse in ebano.












































Giocattolo a forma di clarinetto, anonimo, probabilmente tedesco, risalente alla fine del XIX secolo. Lo strumento è costituito da un corpo cilindrico e una campana lievemente svasata di legno dipinto in nero sormontati da una imboccatura di legno chiaro. Il tutto è lungo mm. 354. Sul corpo sono disposti sei tasti che, azionati, liberano delle ance metalliche che producono altrettante note.






































Fischietto in metallo databile ai primi del ‘900, molto piccolo, mm. 35, e probabilmente destinato ad un bambino.






































Raganella, strumento popolare italiano della fine del '700. Questo strumento, a legno sfregato, era utilizzato anche nei monasteri e nelle chiese, durante la Settimana Santa, come sostituto delle campane, mandate a Roma per essere benedette. Lo strumento, lungo 210 mm., è di accurata fattura, in noce ed impugnatura in legno chiaro (pioppo?). E' marchiato con 3 R ripetute su tre lati del castelletto che sostiene la lamina, mentre sul quarto lato le R sono quattro, su due lati vi è anche una palma disegnata tra le R, questo marchio potrebbe indicare il monastero di provenienza.






































Raganella doppia, strumento proveniente da un monastero belga della fine del '700. Questo esemplare presenta una doppia lamina e due ruote dentate montate in maniera sfalsata tra loro che ne aumentano la sonorità. Lo strumento è in legno scuro mentre l'impugnatura è in legno diverso ma sempre accuratamente tornito. E' marchiato S C C sul castelletto che sostiene le lamine.








































Raganella proveniente dalla Chiesa di S. Michele di Montemesola (TA), prima metà dell'Ottocento, costituita da due lamine con una ruota dentata centrale. Lo strumento è in legno dolce dipinto di nero con rinforzi metallici alle estremità e della lunghezza di 425 x 90 mm. Questo strumento veniva utilizzato durante la processione dei Misteri il Venerdì Santo.








































Troccola proveniente dalla Chiesa di S. Michele di Montemesola (TA), datata 1791, in legno dipinto di nero, con tre maniglie metalliche per lato. Il suono metallico caratteristico si produce quando il troccolante scuote lo strumento facendo sbattere le maniglie contro dei pioli metallici posti in corrispondenza dell'area di battuta delle maniglie. Lo strumento, della lunghezza di 544 x 32 mm., veniva utilizzato durante la processione dei Misteri il Venerdì Santo.








































Tavola con maniglie (troccola) per bambini. Costruita nella città vecchia di Taranto, nei primi decenni del XX secolo, e destinata ai piccoli che partecipavano alle processioni della Settimana Santa. Questo strumento è di piccole dimensioni, lungo mm. 303 e di larghezza massima mm. 131, ed ha una sola maniglia battente per lato.








































Statuette in terracotta, di fattura popolare, raffiguranti i confratelli, chiamati perdoni, che partecipano ai riti della Settimana Santa di Taranto. Vi sono una coppia di perdoni, il trono (posta con tre confratelli) e il troccolante (il confratello che apre la processione suonando la troccola) della confraternita dell’Addolorata, abito bianco con la mozzetta nera ed il cappello sulla schiena, scarpe nere con fiocco bianco: abbigliamento utilizzato durante la processione dell’Addolorata. Vi sono poi i due bambini potatori delle pesàre, il confratello che porta il gonfalone, quello che porta la croce dei misteri, una coppia di perdoni e il troccolante (questi ultimi con il cappello sul capo) in abito bianco con mozzetta crema, bastone, rigorosamente scalzi, cappello nero con fascia azzurra e grembiule con la scritta decor e carmeli tipici dei confratelli del Carmine durante la processione dei Misteri.








































Raganelle (trozzole o trictrac), costruite nella provincia di Bari nei primi anni del XX secolo. La raganella, probabilmente inventata da Archita da Taranto, è un idiofono a raschiamento il cui suono è prodotto da una lamella messa in vibrazione da una ruota dentata. Normalmente essa è azionata da una manovella ma in questi esemplari, costruiti per i bambini che accompagnavano le processioni della Settimana Santa, gira solidalmente alle due ruote. Gli strumenti, in abete, sono lunghi mm. 970 e mm. 1119, hanno il telaio che continua nel lungo manico che termina con una impugnatura per permettere di far rotolare sul terreno le ruote mentre la lamella è unica ma con due grossi denti, uno per ogni ruota dentata.








































Flauto di corno di capra (gemshorn) italiano, risalente agli ultimi anni del XX secolo. Lo strumento presenta la finestra del labium, quattro fori anteriori e uno posteriore per le dita della sola mano destra e un foro di sfogo oltre alle lettre G e M che potrebbero farlo risalire al costruttore Giuseppe Minghella di Maranola (LT). Alla base vi è uno zaffo di legno sagomato con una piccola fessura per l’insufflazione mentre alla punta vi è un foro per il laccio, la lunghezza totale è di mm. 310.








































Tamburello a cornice con piattelli metallici di fattura molto popolare, napoletano della metà del XX secolo. La cornice è di legno di abete, i piattelli (due coppie di otto piattelli disposti su due file) sono ricavati da scatole di latta e la membrana è in cartapecora, strappata e rattoppata con della plastica. Il diametro è di 348 mm. circa.











































Tamburo a cornice salentino. Il diametro complessivo è di 425 mm. mentre quello della pelle di agnello è di 415 mm. La cornice, in faggio, misura 90 mm. di altezza.











































Kazoo in legno chiaro, francese, databile ai primi del Novecento. Lo strumento ha due membrane laterali la cui tensione può essere variata con un sistema a vite ed un foro d’insufflazione centrale. Il tutto è contenuto in una custodia a forma di bussolotto in legno.











































Melodica alto Hohner, costruita nel 1959 in metallo rosso con tasti bianchi e neri. L’estensione è di due ottave (da Fa3 a Fa5). La melodica è uno strumento musicale simile all'accordeon e all'armonica inventata da Hohner nel 1950: si tratta di un aerofono ad ance libere dotato di tastiera. La melodica, nota anche come il pianica, blow-organo o key-flauto, ha una tastiera di 25 note sulla parte superiore e si suona soffiando aria attraverso un boccaglio. Questo strumento è lungo mm. 338, largo 59 e possiede la sua custodia originale in cartone e due boccagli di colore bianco e nero con diversa apertura per l’aria.











































Ocarine (quartetto) costruite in terracotta bianca dal pugliese Giorgio Cataldi. Sono il frutto della continua sperimentazione tesa ad aumentare l’estensione sonora di questo strumento monocamera nei tagli contralto e tenore e migliorare i suoni e il peso nei tagli basso e contrabbasso. I tagli sono in Do (mm. 141), in Sol (mm.146), in Fa (mm. 149) e basso doppia camera in Do (mm. 272). Gli strumenti sono marchiati G CAT e sull’imboccatura vi è l’indicazione della tonalità, presentano due fori posteriori e otto anteriori di cui l’ultimo e il terzultimo doppi. Il basso ha il doppio foro solo nel terzultimo del corpo grave mentre la camera acuta ha cinque fori anteriori e due posteriori.











































Ocarina contrabbasso in argilla "etrusca" costruita da Giorgio Cataldi nel 2013. Questa è la taglia massima raggiungibile da questo strumento: la lunghezza è di mm. 360 mentre il diametro all’imboccatura è di mm. 221. Oltre al foro del labium vi sono due fori posteriori per i pollici e anteriormente quattro fori per la mano destra e tre per la sinistra.











































Ocarina in DoOcarina in Do costruita nel 2013 da Giorgio Cataldi in argilla rossa. Lo strumento prexenta nella parte posteriore due fori per i pollici e uno del labium e nella parte anteriore quattro fori per la mano sinistra e quattro per la destra di cui l’ultimo doppio. La lunghezza è di mm. 179.











































Tamburo a sonagli gigante, databile al primo decennio del XX secolo, di area partenopea. Lo strumento ha un diametro di mm. 830 e una altezza della cornice di mm. 125 ed è dotato di sei coppie di piattini in latta. La parte battente non è in pelle ma in un sottile foglio di legno con una pittura di arte popolare rappresentante una coppia di ballerini in abito tradizionale su fondo giallo e con alle spalle il Vesuvio.











































Zellophone, giocattolo americano prodotto nel terzo decennio del XX secolo dalla J. Pressman & co. Inc. di New Jork (n° 610). La Pressman Toy Corporation fu fondata nel 1922 da Jack Pressman e si specializzò nella produzione di giocattoli popolari di discreta qualità e, fino al 1947, produsse giocattoli ispirati alla produzione di Walt Disney. Questo è una sorta di xylofono che come corpo sonoro ha otto tubi di vetro che vengono percossi con un martelletto in legno. Le dimensioni della scatola di cartone, che funge anche da supporto per lo strumento, sono mm. 340 x 230 ed in essa sono contenuti, oltre agli otto tubi in vero, una serie di sei brevi melodie eseguibili con lo strumento.











































Nacchere in legno di ulivo costruite nella prima metà del XX secolo. Questi strumenti a concussione sono a forma di conchiglia e vengono fatti risuonare nel palmo delle mani, in questo caso sono presenti entrambe le coppie di nacchere. Lo strumento è di 85 x 62 mm.






































Castagnette di Sorrento, sorta di nacchere con manico costituite da un pezzo centrale con manico e due pezzi laterali che suonano facendoli risuonare sul palmo dell’altra mano. I due pezzi sono uno in abete della lunghezza di 189 mm. e l’altro in rovere di 147 mm. con un piccolo fregio tondo in avorio sul manico.








































Tritone, (tromba di conchiglia), sorta di corno costituito da una grossa conchiglia marina a cui è stato costruito un’imboccatura alla punta. Lo strumento, calabrese, e databile alla prima metà del XX secolo ed è lungo approssimativamente 260 mm. x 25 mm. ed è costituito da una splendida conchiglia bianca che produce suoni profondi e cambia nota modificando la posizione della mano nel padiglione.






































Pifferi popolari pugliesi del XX secolo, costituiti da tubi di ottone con sei buchi anteriori, un’imboccatura senza boccola ed un tappo di sughero all’estremità superiore. Questi strumenti, di fattura molto approssimativa, sono utilizzati dalle basse musiche pugliesi e lucane. Le basse musiche sono complessi costituiti da un piffero e percussioni (grancassa, piatti e alcuni tamburi).









































Cornetto da panettiere o da banditore, ad ancia metallica semplice incapsulata nell’imboccatura. Lo strumento, in ottone, databile ai primi decenni del XX secolo è lungo mm. 271..











































Flauto da eunuco di fattura probabilmente napoletana, databile alla seconda metà / fine del 700. Il flauto eunuco è in pratica un mirliton con la membrana di risonanza a una sola estremità, di fattura professionale e spesso raffinata. Questo strumento presenta il corpo, lievemente conico, in legno mordenzato, due ghiere e le estremità in osso finemente intagliato. Il foro d’insufflazione è posto sulla parte stretta del corpo, vicino alla membrana che, nascosta dalla protezione in osso, veniva fissata con del filo sul tenone zigrinato: la lunghezza totale dello strumento è di 273 mm.




































Mirliton costruito probabilmente nel Nord Italia tra la fine del XVIII e l’inizio del XIX secolo. Corpo cilindrico, in legno, della lunghezza di 341 mm. ricoperto di carta verde con puntini blu e rossi. Le due estremità sono di legno naturale tornito elegantemente, una con otto fori di sfiato e l’altra con l’imboccatura e la membrana vibrante.










































Mirliton costruito probabilmente in Italia tra la fine del XVIII e l’inizio del XIX secolo. Il corpo, cilindrico, della lunghezza di 261 mm. è in legno tornito e presenta ad una estremità l’imboccatura e 24 fori di sfogo. I due finali sono in ebano per una lunghezza totale di 303 mm.












































Mirliton costruito probabilmente a Venezia tra la fine del XVIII e l’inizio del XIX secolo. Presenta un corpo cilindrico, di legno colorato in marrone, con l’imboccatura e 8 fori di sfogo. Le due estremità, che alloggiano le membrane, sono avvitate al corpo per una lunghezza totale di 223 mm.










































Kaazoo (mirliton) inglese costruito nei primi decenni del XX secolo, corpo in ebanite della lunghezza di 114 mm., e due campane metalliche per le lamine vibranti. Marchio: SWANEE / SAZZAFONE / REG. / MADE IN LONDON / ENGLAND / PRO. PAT. / REG. DESIGN / REG. U.S. PAT. OFF.




































Kaazoo (mirliton) francese, Varinette, costruito nel secondo decennio del XX secolo. Questo strumento è formato da un tubicino ligneo con un foro centrale e due membrane poste alle estremità. Soffiando o cantando dall’imboccatura si fanno vibrare le membrane che producono il suono.




































Tamburello giocattolo salentino, databile alla metà del XX secolo, in legno di faggio e pelle con tre coppie di piattelli in latta. Il diametro è di mm. 183 mentre l’altezza della cornice è di mm. 48. Oltre ai tre fori per i piattelli, sulla cornice c’è un foro tondo per l’impugnatura.




































Ceppo, due chanter e due bordoni di sordulina ln Sol calabrese databile alla prima metà del XX secolo. Ci sono due chanter di pari lunghezza, un bordone minore e un bordone maggiore di dimensioni superiore a quelle dei chanter, tutti con cameratura interna cilindrica e di mm. 8 di diametro. Questo strumento è costruito tutto in legno decorato a figure geometriche, greche e foglie tranne il fusto del bordone maggiore che sembra di restauro. Tutte le canne terminano in padiglioni molto larghi (mm. 110 per i chanter, 120 e 105 ber i bordoni) con funzione solo estetica perché il canneggio interno è sempre cilindrico. I due chanter, dall’uscita dal ceppo, sono di mm. 208, (con quattro fori per le dita per ritta e manca; sulla prima vi è anche uno di risonanza mentre la seconda e zeppata da un pezzo di cera che permette di silenziarla chiudendo tutti i fori). I bordoni sono di mm. 112 quello acuto (fischietto o scandillo) e 232 quello grave (trumm o trombone). Il ceppo, tronco-conico, è alto mm. 131 e largo, alla base, 135.





































Zampogna a chiave costruita nella zona del Pollino nella seconda metà del XX secolo. Lo strumento è costituito da un otre di pelle di capretto rivoltata (con il pelo all’interno) e trattata con verderame. L’insufflatore è costituito da un pezzo di canna avvolto da una camicia di legno e presenta una valvola di non ritorno. Il ceppo è di forma troncoconica, riccamente tornito, ed alla cui base sono presenti quattro fori per i fusi. Il ceppo e i fusi sono in acero tinteggiato giallo. La zampogna a chiave, diffusa nel nord della Calabria e in Basilicata, ha canne coniche, due di canto (la manca e la destra rispettivamente per la mano sinistra e destra) e due bordoni (trum il più lungo e sc’kantillo il più piccolo) accordati all’ottava. Le canne hanno tutte una campana e montano una ancia doppia. La manca ha tre fori per le dita e una chiave per il mignolo accolta in un coprichiave a forma di piccola botte, sul coprichiave vi sono cinque fori di risonanza mentre due sono quelli posti sulla campana. La lunghezza della manca determina la tonalità dello strumento: questo è un tre palmi e mezzo ed è accordato in Mi per cui produce le note La, Si, Do, Re, Mi. La destra ha cinque fori anteriori (doppio quello per l’anulare) ed un portavoce più due fori armonici sul fusto e due sulla campana per cui produce le note Sol, La, Si, Do, Re, Mi. L’accordatura di una zampogna è operazione molto complessa per cui si ricorre a piccole parti di cera che modificano l’ampiezza dei fori e allo scorrimento del fusto sul calzetto (il tenone) per modificarne la lunghezza. Lo strumento è dotato di tappi di sughero, utilizzati per escludere i bordoni durante l’accordatura, quattro ance doppie di cui tre funzionanti e un pezzo di cera attaccato al ceppo.




































Sordulina in Mi Sibem, costruita alla fine del XX secolo da Francesco Possidente ad Acquaformosa (CS). La surdulina (sueniciell) è un piccolo strumento pastorale, da transumanza, presente tra l’estrema porzione meridionale della Lucania e buona parte della provincia di Cosenza, soprattutto nelle comunità Arbëreshë (nelle località a influenza albanese lo strumento è chiamato karramunxia). Presenta due chanter di pari lunghezza, un bordone minore e un bordone maggiore di dimensioni superiore a quelle dei chanter (caso unico nelle zampogne italiane). L’accoppiamento di ance semplici a canneggi, sempre perfettamente cilindrici e di piccolo diametro, unito alla particolare disposizione dei fori sui due chanter, rendono la surdulina il modello di zampogna italiana più piccolo in circolazione. Non solo; insieme alla zampogna di Fossalto è l’unico caso fra gli aerofoni a sacco italiani che utilizza doppi clarinetti a dita parallele, caratteristica tipica degli strumenti del Mediterraneo e dei Balcani. Questo strumento è costruito tutto in ulivo selvatico con i due chanter di mm. 128, (con quattro fori per le dita per ritta e manca ma sulla prima vi è anche uno di risonanza). I bordoni sono di mm. 58 e 156. Il bordone acuto (fischietto o scandillo) e la manca (chanter di sinistra) sono zeppati. Il ceppo, tronco-conico, è alto mm. 115 e largo, alla base, 98; su di esso vi è un pezzo di cera d’api per modificare l’apertura dei fori e due punteruoli, in legno e in osso, per modellare la cera. La sacca è in pelle di capretto e l’imboccatura è in canna infilata in un piccolo ceppo di ulivo.





































Cornamusa zoppa (molisana) in Fa, costruita con pelle e lana di agnello e legno di olivo. La sacca è piccola, stretta e lunga. Vi è un’imboccatura, un chanter muto, un bordone e due chanter. Quello per la mano destra presenta quattro fori anteriori ed uno di risonanza sulla campana, quello per la sinistra presenta quattro fori (di cui l’ultimo doppio) anteriori ed un portavoce più quattro fori di risonanza, due sul fusto e due sulla campana.




































Cornamusa scozzese (great highland bagpipe), anonima, costruita alla metà del XX secolo. Questo strumento è un aerofono a riserva (sacca), ha un ancia doppia per il chanter e ancia singola per i tre bordoni (due tenori e un basso). La sacca è in pelle di capra mentre la canne sono in african blackwood con finiture in ottone nichelato e caseina (avorio artificiale), la copertura è in Royal Stewart tartan con i bordoni tenuti insieme da un cordone dello stesso colore. Il charter presenta sette fori anteriori ed uno posteriore oltre a due fori armonici sulla campana ed è lungo mm. 333, i due bordoni tenore sono lunghi mm. 334 mentre il basso mm. 467.




































Bombarda bretone in legno di bosso, francese, anonima, databile alla metà del XVIII secolo. Lo strumento è in due parti: il corpo superiore, della lunghezza di mm. 292, presenta sei fori anteriori mentre la campana, della lunghezza di mm. 147, presenta due fori di risonanza sul collo e due sulla svasatura della campana. Questo strumento, elegantemente tornito, mostra una lieve incurvatura e, come tutte le bombarde, ha una sola ottava di estensione e si suona con una doppia ancia.




































Friscaletto, flauto a becco siciliano, in canna, costruito alla metà del XX secolo. Lo strumento presenta 6 fori nella parte anteriore praticati con un metallo arroventato, quindi una diteggiatura semplificata rispetto ai sette fori anteriori e uno posteriore del friscaletto tradizionale.












































Launeddas sarde (metà XX secolo), sono dei clarinetti policalami con tre canne. La più lunga di queste canne si chiama "Tumbu", non ha fori naturali e fornisce una nota grave continua che funge da pedale (o bordone) continuo a tutta la musica eseguita. Il secondo tubo si chiama "Mancosa manna" ed é accoppiato al Tumbu (che rimane all'estrema sinistra) con una legatura di spago impeciato: si suona con la mano sinistra tenendo il pollice sotto per mantenere il peso, ha cinque piccoli fori, quattro dei quali vengono coperti con i polpastrelli dell'indice, medio, anulare e mignolo. Il quinto foro, quello in basso chiamato "Pentiadori" o "Arrefinu" resta sempre aperto. Il terzo tubo, più corto degli altri, si chiama "Mancosedda" o "Destrina" in quanto viene suonato dalla mano destra. Ogni tubo ha incastrata un'ancia battente che viene elaborata sullo stesso cannellino, in modo che all'estremità resti ancora un pezzo del nodo del cannellino medesimo. Lo strumento si suona imboccando tutte e tre le ance contemporaneamente. La tecnica della respirazione per suonare le Launeddas merita un discorso a parte in quanto la nota grave del bordone non si deve mai interrompere. Questo implica da parte del suonatore una perfetta conoscenza del così detto "fiato continuo", tecnica del tutto particolare che consiste, in sintesi, nel riprendere fiato dal naso utilizzando, in quell'istante, l'aria tenuta di riserva nelle gote della bocca, gonfiate a forza. Questa operazione, di norma, avviene nell'ultimo quarto della battuta e deve risultare impercettibile all'ascoltatore.








































Pipaiolu della Barbagia in Mi bem: i quattro fori per le dita sono presenti esclusivamente sulla parete anteriore e la canna non è interrotta dal nodo che, opportunamente sfondato, è invece situato nell’estremità inferiore. La zeppa in sughero (su tupponi) presenta un’angolatura di circa 50° nella parte interna parallela al taglio del becco. In Sardegna si riscontrano tre tipologie principali di flauti a becco: il sulittu della Marmilla, il cosiddetto pipiolu del Logudoro in uso nel Campidano di Cagliari e il pipaiolu della Barbagia. Le differenze tra i primi due si evidenziano nel numero dei fori e nella posizione di quello posteriore (rispettivamente 3 + 1 e 4 + 1) rispetto al nodo centrale dello strumento, mentre il pipaiolu barbaricino si distingue ulteriormente per l’assenza del foro posteriore e per la posizione del nodo. Lo strumento, conservato da Schilwe Kerstin, è stato costruito a Silius (Sardegna) in canna stagionata, presenta un labium (sa fentana) incisa a coltello e i fori rifiniti con ferro arroventato, è lungo mm. 126 e largo 20.








































Fischietti di varia provenienza. Il primo è un fischietto da caccia piemontese, in avorio con testa di satiro, lungo circa mm. 80 e databile al primo Ottocento. Il secondo è un fischietto da caccia in corno nero con testa di cane, piemontese, della lunghezza di mm. 75 databile alla metà del ‘700. Il terzo è un fischietto da caccia osso cilindrico di mm. 50 e databile alla metà del XIX secolo. Il quarto è fischietto da falcone in osso, databile alla fine del ‘700, di mm. 46 mentre l’ultimo è un flautino di osso a forma di pesce, con 4+1 fori, di mm. 110 databile alla metà del XIX secolo.








































Strumenti per pastori musicanti da presepe, napoletani, databili alla metà del XIX secolo. Gli strumenti sono una cornamusa zoppa, tipo molisana, con otre in vescica animale e corpo in legno ed una ciaramella in legno, costruiti in modo molto particolareggiato e fedele all’originale.











































Musici da presepe napoletano, in terracotta policroma, di fattura molto popolare, databile alla seconda metà del XIX secolo. Questa piccola collezione di otto personaggi copia le bande di mori presenti nei presepi napoletani già nel Settecento ed è costituita da suonatori di trombe, tromboni, piatti, tamburi e serpentoni con i caratteristici abiti turchi.











































Corno alpino (alphorn) piccolo, costruito nei primi decenni del XX secolo in Svizzera. Lo strumento ha il corpo, in abete, lungo mm. 525, la campana del diametro di 43 ed è ricoperto di scorza di betulla. L’alphorn è uno dei più antichi strumenti a fiato: è costituito da una tromba lunga di legno a cameratura conica, di solito dritto ed è lungo oltre 2 metri oppure ripiegato in tre parti. Questo è lo strumento caratteristico della Svizzera, della Baviera e dell’Austria, ha un bocchino di legno e produce solo gli armonici naturali.








































Cevara con becco di flauto dolce ricavato inserendo al piede di un cevara il becco da flauto dolce in legno. La modifica è avvenuta in Francia nei primi decenni del XX secolo. Lo strumento ha una lunghezza complessiva di mm. 820, presenta sette fori anteriori e posteriormente il portavoce e due fori di risonanza. Questo curioso ibrido può essere suonato sia da un’estremità che dall’altra rispettivamente come un cevara o come un flauto dolce.










































Cornetto da caccia da caccia inglese, in un solo pezzo interamente d’argento. Lo strumento di forma slanciata ed elegante è lungo mm. 304 compreso un piccolo e ben tornito bocchino.






































Campanaccio votivo sardo in legno chiaro, con due batacchi lignei e cordicella in cuoio, databile alla fine del XIX secolo. Questo strumento veniva appeso al collo dell’animale ammalato con, all’interno, un foglio su cui veniva scritta una preghiera ed una manciata di erba e terra che ne impediva il suono, per implorare la guarigione dell’animale. Le dimensioni approssimative sono di mm. 191 x 133.




































Campanaccio sardo in legno d’olivo, dalla forma ovoidale e un semplice fregio ai bordi, con due batacchi lignei e cordicella, databile alla fine del XIX secolo. Questo è uno strumento della liturgia popolare utilizzato per favorire la guarigione degli animali ammalati. Le dimensioni approssimative sono di mm. 302 x 141 x 71.






































Xilofono giocattolo, costruito in Svizzera verso la fine del XIX secolo. Lo strumento è costituto da 12 lamelle metalliche (dal Do4 al Fa 5) fissate su un supporto ligneo inserito in una scatola di legno (dimensioni 371 x 133 x 48 mm.) ricoperta di carta decorata con disegni di bambini che suonano. All’interno vi è un piccolo percussore in legno.




































Xilofono giocattolo costruito negli Stati Uniti nel 1930 nella sua scatola originale. Lo strumento è costituito da otto lamelle metalliche infisse su di un supporto metallico trapezoidale di mm. 256 con i lati di mm. 106 e 75. Vi sono anche due bacchette in legno colorato e degli spartiti con semplici canzoni.









































Giocattoli per bambini piccoli risalenti agli anni ‘50 del XX secolo: 1) sonaglio di metallo argentato costituito da una sfera di mm. 37 di diametro al cui interno vi è una piccola biglia ed un manico a torciglione di mm. 146 di lunghezza, 2) raganella di latta di mm. 80 di diametro e 12 di altezza con disegnata una faccia di pagliaccio sul lato superiore.







































Giocattoli tedeschi, costituiti da cilindri di latta con decorazioni infantili ed una manovella superiore che, girata, produce dei suoni. Gli strumenti sono di varie dimensioni; uno è mm. 74 x 76 ed è decorato con dei cagnolini, tre sono di mm. 90 x 82 e sono decorati con scene da circo, con bimbo con capelli rossi e con coniglietti ed orsacchiotti, il quinto è di mm. 110 x 106 ed è decorato con bimbi che suonano.







































Coppia di sonagli giocattolo con fischietto ad ancia metallica. I due giocattoli risalgono agli anni ’30 del XX secolo, sono in latta e sono lunghi mm. 108. Il manico è tronco-conico ed all’estremità libera ha il foro d’insufflazione del fischietto mentre all’altra estremità vi è un cilindro di mm. 38 di diametro con disegni di bambini e mm. 20 di altezza che contiene dei pezzettini di metallo che danno il suono del sonaglio. Il primo ha il disegno di un bambino pugile mentre il secondo ha un disegno di un bambino moschettiere.






















































Organetti diatonici giocattolo risalenti agli anni ’40 del XX secolo, di produzione tedesca, in cartone pressato. Uno ha sei tasti di canto, il dorso rosso con i bordi dello strumento dorati e i mantici in carta fiorata, delle dimensioni di mm. 208 x 106 x 63. L’altro ha dieci tasti e due bassi, dorso e mantice rossi con bordi dorati e margini con un rinforzo metallico delle dimensioni di mm. 214 x 114 x 86.







































Flagioletto francese e fischietto per bambini, in legno, risalenti agli anni ‘40 del XX secolo. Il flagioletto è lungo mm.102 e presenta quattro fori anteriori e uno posteriore con una grossa imboccatura e un labium approssimativo. Il fischietto è in legno colorato in amaranto, di mm. 47 di lunghezza.







































Armonica a bocca artigianale, anonima, probabilmente costruita nella prima metà del XX secolo e costituita da un parallelepipedo in legno dipinto di rosso delle dimensioni di mm. 415 x 120 x 74 che contiene le ance metalliche. Sul lato sinistro è posto una sorta di somiere, in legno scuro, con 22 lunghi (mm. 215) tasti che aprono il foro per lo sfogo dell’aria. L’insufflatore è costituito da un grosso tubo di rame posizionato sul lato corto dello strumento mentre sul lato destro vi è una maniglia di cuoio.







































Clarina, giocattolo musicale tedesco, costruito dalla Hohner negli anni ’60. L’altezza è di mm. 390, imboccatura e campana sono in plastica bianca mentre il corpo, cilindrico di mm. 300, è ricoperto di carta telata nera. Vi sono otto tasti (scala di Do maggiore) che, azionati dalla mano destra, aprono i fori mettendo in vibrazione delle ance metalliche che generano le note.


















































Tamburello metallico e coppia di pupazzi suonatori, giocattoli risalenti agli anni ‘50 del XX secolo. Il tamburello è in latta colorata in verde e giallo con figure di animali antropomorfi e casetta, tedesco, marchiato Agatex, di mm. 162 di diametro per 39 di altezza, ha un foro per il pollice e tre coppie (una mancante) di piattelli. I pupazzi sono due suonatori di cassa e piatti, posti su una base di mm. 148 x 68 dotata di ruote. Il bambino, spingendo la base con un lungo fusto (mancante), fa girare le ruote sul terreno e queste, tramite un semplice meccanismo, fanno muovere i pupazzi.







































Campane tubolari popolari. Strumento lombardo, formato da una cassa a forma di parallelepipedo a base trapezoidale (lati corti di mm. 250 e 150, lato lungo mm. 690, altezza mm. 145) su cui sono poggiate 21 campane tubolari metalliche dall’intonazione molto approssimativa. Lo strumento risale alla seconda metà del XX secolo e successivamente la cassa è stata abbellita con un decoupage.







































Giocattolo a forma di ciaramella con un ancia metallica vibrante e quattro tasti metallici che fanno variare le note. Costruito in due parti di legno, nell'Italia centrale alla metà del XIX secolo.